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29 marzo 2024, Aggiornato alle 10,06
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Malpensa, Alsea e Anama: "Criticità insostenibili"

Le associazioni ritengono che occorra ripristinare subito livelli di efficienza, in particolare nel magazzino MLE - B3


Le criticità di Malpensa si devono affrontare subito. A ribadirlo con forza sono le associazioni Alsea e Anama che da tempo collaborano per superare le problematiche che si registrano nello scalo lombardo, supportati da Fedespedi e Confetra. Dopo i problemi legati all'alluvione di settembre, cui fecero seguito ulteriori rallentamenti causati dalla introduzione del green pass, la situazione ha trovato una normalizzazione, ad esclusione del magazzino MLE – B3.  Nell'ultimo mese la situazione presso questo magazzino è ulteriormente peggiorata, nonostante i numerosi interventi da parte delle nostre associazioni e di SEA e le disponibilità a trovare soluzioni condivise con gli operatori.

Dopo mesi di disagi e di mancate soluzione, Anama e Alsea si vedono costrette a lanciare un grido di allarme e si preparano a ogni azione opportuna per tutale le imprese associate. Alessandro Albertini, presidente di Anama: "Tutti siamo a conoscenza della situazione di congestionamento aeroportuale che interessa tutti gli aeroporti d'Europa, tuttavia la situazione che si è venuta a creare a Malpensa nel magazzino MLE – B3 ci pare giunta a un punto di non ritorno: devono essere intraprese azioni forti da parte degli organi competenti. Nei piazzali aeroportuali ci sono merci arrivate da oltre dieci giorni che non vengono rese disponibili per la consegna. I clienti sono disperati: questa situazione compromette non solo il Natale, ma interi blocchi di produzioni, con importanti ripercussioni sulle vendite e sull'export. Non dimentichiamoci che molta della merce importata viene trasformata in Italia per essere poi nuovamente esportata".

Betty Schiavoni, presidente di Alsea: "Gli autisti passano ore e ormai anche giorni in attesa di ritirare la merce. La situazione è fuori controllo: mancano documenti, non si trovano le spedizioni; le consegne, quando avvengono, sono spesso parziali e non si sa che fine hanno fatto i colli mancanti. Negli ultimi giorni, poi, le merci vengono spostate dal magazzino principale ad altro magazzino e non si sa come fare a farle uscire".

Prosegue Albertini: "Abbiamo chiesto l'intervento di SEA alla luce delle carenze che oggi esistono a Malpensa nella cargo city, dalla mancanza di spazi aggiuntivi a strutture vecchie dove la manutenzione è sempre mancata. Ci aspettavamo interventi più incisivi, come da regolamento di scalo, ma purtroppo non sono arrivati". Alsea e Anama confidano che il deciso intervento della Direzione Aeroportuale di Malpensa, con cui siamo in costante contatto possa portare a misure severe nei confronti di B3, al solo scopo di ripristinare il flusso normale dei traffici. Schiavoni aggiunge: "Non è possibile che a Malpensa ci siano quattro handlers di cui uno è quasi vuoto, due operano correttamente e uno è intasato. Nella programmazione e gestione dell'operatività a terra dello scalo qualcosa non ha funzionato e SEA deve assumersene la responsabilità.

Concludono i presidenti di Alsea e Anama: "Vista la situazione critica in tutta Europa, abbiamo coinvolto FIATA e Clecat: le imprese di spedizioni non hanno rapporti contrattuali con gli handler ma solo con i vettori e nel caso dell'import sono i nostri agenti esteri. Tuttavia, crediamo sia fondamentale ottenere una maggior tutela delle nostre imprese in situazioni come quella creatasi a Malpensa, la quale evidenzia, ancora una volta, quanto i rapporti contrattuali nel nostro settore siano complessi e spesso poco chiari. Una situazione che intendiamo porre prossimamente anche all'attenzione del MIMS". Alsea e Anama auspicano che SEA e B3 autonomamente prendano misure concrete e immediate per tornare a livelli di efficienza all'altezza del principale scalo cargo italiano.
 

Tag: aeroporti