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Logistica

Logistica, Moretto: "L'Italia si sviluppa collegando il Sud"

I principali problemi logistici del Sud e le priorità della nuova presidenza Fedespedi a favore del Mezzogiorno

Silvia Moretto

di Silvia Moretto*

La crisi economica del 2009, con il lungo periodo di recessione che ne è seguito, l'attuale nuovo rallentamento di Cina ed Eurozona (Germania e Italia in primis) e le politiche economiche protezionistiche degli Stati Uniti stanno mettendo alla prova le economie, ormai interconnesse e globalizzate, dei Paesi trasformatori di materie prime come l'Italia, incidendo sullo sviluppo dei sistemi produttivi regionali e locali. La ripresa economica, oggi come nel 2009, sembra poter basare solide fondamenta solo sul rilancio degli scambi commerciali con l'estero. Questo vale anche per il Mezzogiorno d'Italia e per il suo sistema produttivo e logistico, data anche la posizione geografica centrale nel Mar Mediterraneo.

È, dunque, imprescindibile e urgente, per l'Italia, avviare un processo di cambiamento che investa il sistema pubblico e quello privato, che deve partire da una riprogettazione infrastrutturale e burocratica del Paese, da Nord a Sud, con un coordinamento a livello nazionale. 

Non siamo i più competitivi
Oggi Spagna e Malta hanno porti più competitivi dei nostri: secondo la classifica stilata da PortEconomics, sui 15 principali porti container europei nel 2018, Valencia (5), Algeciras (7), Barcellona (9) e Malta (10, forte, come lo scalo catalano, nel transhipment) superano Genova (12) e Gioia Tauro (13, che precipita dal quinto posto di 11 anni fa). Se allarghiamo lo sguardo al Mediterraneo, anche Tangeri fa meglio dei porti italiani in termini di teu movimentati nel 2018. Questa situazione deve essere ribaltata, avviando un progetto di semplificazione ed efficientamento delle procedure di controllo sulle merci, che ci allinei agli standard europei. Questo vale anche per il cargo aereo e gli aeroporti. 

Una Bassanini delle merci per semplificare
Fedespedi è già impegnata con Confetra e tutte le rappresentanze associative del nostro settore nell'iter di elaborazione – incardinato presso il CNEL – di una "Bassanini delle merci", progetto di legge per la razionalizzazione normativa del settore della logistica e dei trasporti. È un percorso che stiamo facendo insieme ai territori in termini di proposte e di obiettivi concreti da raggiungere.

Zes con regole chiare
Un'altra partita, con la quale si giocherà il futuro sviluppo del nostro settore e della manifattura, è quello delle ZES e delle ZLS, che ad oggi sono ancora in fieri, ma che possono diventare motore dell'attrattività dei territori del Mezzogiorno d'Italia. Innanzitutto, bisognerà vedere quali saranno i vantaggi effettivi offerti alle imprese: italiane, per consentirne la crescita e di conseguenza lo sviluppo del territorio, ed estere. Immagino incentivi concreti (in termini di regimi fiscali e di semplificazione burocratica), regole chiare e aree doganali intercluse, in regime di sospensione doganale (no dazi, no iva), dove siano possibili trasformazioni delle merci e si faciliti il collegamento tra le principali filiere presenti sul territorio. Ad esempio, la ZES di Tangeri è oggi un polo dell'automotive grazie all'insediamento della Renault. 

Collegare il Sud per collegare il Paese
Nel Mezzogiorno lo sviluppo modesto della manifattura ha significato domanda di logistica modesta. Oggi la situazione sta cambiando e questo deficit è già in parte recuperato: nel 2017 il PIL ha registrato al Sud una crescita dell'1,4% (vicina al +1,8% del Nord e maggiore di quella del Centro, attestata al +0,9%). 
Dati positivi che meritano però una riflessione ulteriore: la logistica non è fatta di compartimenti stagni, ha bisogno di interconnessione. Dunque, dimenticare una parte del Paese sarebbe un grave errore se l'obiettivo è quello di far crescere la logistica italiana nella sua interezza. Per questo sono così importanti le infrastrutture: la loro esistenza e il loro adeguamento agli standard europei. Al Sud qualcosa si è fatto per porti (Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Bari, etc.) e aeroporti, ma rimane da potenziare l'infrastruttura ferroviaria sul lato tirrenico. L'asse adriatico sembra avere una linea ferroviaria adatta a sostenere la domanda dell'area più industrializzata del Mezzogiorno, la Puglia. Fedespedi partecipa attivamente, con il nostro consigliere Domenico De Crescenzo, coordinatore di Confetra Mezzogiorno, al tavolo di Partenariato economico sociale, convocato a fine 2018 dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, per discutere della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali Europei.

Inoltre, cito per ultimo, ma non certo per importanza, la presenza sempre più strutturata del nostro network associativo, segno della vivacità culturale e operativa della nostra categoria al Sud: l'Associazione Spedizionieri Pugliesi che ha deciso di dare continuità alla propria attività e ha festeggiato a gennaio 50 anni di storia; la nostra associazione campana che è partita con il progetto "ACCSEA Giovani" (che ha anticipato il rilancio di Fedespedi Giovani, uno dei primi obiettivi che mi sono data per il mio triennio di Presidenza); il contributo delle nostre associazioni territoriali alla costituzione dei coordinamenti regionali di Confetra in Calabria, Sicilia, Puglia, Campania – oltre al già citato coordinamento di Confetra Mezzogiorno – sono tutti segnali positivi di un vigore del settore della logistica e del commercio internazionale che trae la sua linfa vitale dai territori. Territori che nei prossimi tre anni intendo ascoltare, valorizzare e rendere protagonisti.

*presidente Fedespedi

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