Nel 2024, circa 1 annuncio di lavoro su 5 (18,6%) fra tutti quelli pubblicati in Italia ha riguardato il settore della logistica. Un dato, questo, che conferma il ruolo centrale del comparto per il Paese, con un impatto significativo in termini economici, sociali e di opportunità professionali. In termini assoluti, il settore ha generato nell'anno quasi 619.000 offerte, in sensibile contrazione rispetto alle 700.000 del 2023, ma su valori superiori rispetto agli anni 2019-2022: erano oltre 467.000 nel 2022, oltre 342.000 nel 2021 e nell'ordine dei 217-218.000 nel 2019-2020. È quanto emerge dallo studio "Logistics - 2025 Europe Workforce Trends" realizzato da Gi Group Holding, la prima multinazionale italiana del lavoro, in collaborazione con Lightcast, leader globale nell'analisi del mercato del lavoro.
Il rapporto evidenzia come la logistica, tanto in Italia quanto a livello europeo e globale, stia attraversando una fase di profonda trasformazione, segnata da una carenza di talenti e competenze che rimarca l'urgenza per le aziende di ripensare il modo in cui attraggono e trattengono i talenti. A incidere sono dinamiche complesse: l'evoluzione delle catene di approvvigionamento, l'emergere di nuovi modelli di consumo, lo sviluppo tecnologico, l'automazione, l'invecchiamento della popolazione, l'ancor ampio divario di genere del settore, e la scarsa attrattività del comparto per le donne e le nuove generazioni, il tutto amplificato dal persistere delle tensioni geopolitiche. Attraverso un'approfondita analisi di questi fenomeni, lo studio individua le strategie con cui le aziende della logistica possono affrontare e vincere le sfide HR del presente e del futuro.
Geografie emergenti
Il report evidenzia l'emergere di nuovi hub del talento che stanno via via ridisegnando e arricchendo la geografia del settore. Nella top 10 europea delle piazze emergenti spiccano anche due città italiane, Cremona e Pescara. Nel capoluogo lombardo, la concentrazione della domanda - la quota di annunci riferiti alla logistica sul totale degli annunci pubblicati nell'area - è infatti aumentata dal 17,5% nel 2019 al 22,3% del 2022 fino al 24,7% del 2024 (con quasi 6.500 offerte pubblicate). Trend affine per Pescara, dove la concentrazione della domanda è passata dal 14,1% al 17,8% fino al 19,6% del 2024, con oltre 19.000 annunci.
Cina, India e America Latina avanzano sulla scena globale
A livello globale la logistica vede il progressivo affermarsi di attori come la Cina, che sta investendo significativamente sull'automazione, l'India, e l'America Latina, regione, quest'ultima, dove tra il 2020 e il 2024 gli annunci di lavoro sono cresciuti con una media annuale del 76,7%, a fronte del 19,9% registrato dall'Europa. Proprio a livello europeo, la crescita occupazionale nel settore si sta nel complesso normalizzando, con il boom alimentato dall'e-commerce e dalle interruzioni delle catene di approvvigionamento che sta lasciando il posto a un contesto di assunzioni più stabile. Nel Regno Unito, ad esempio, si prevede una diminuzione dal 2,2% del periodo 2018-2023 allo 0,9% del periodo 2023-2027.
Stereotipi e carenza di politiche di welfare aziendale mantengono il gender gap
Uno dei fattori che impatta più significativamente sulla carenza di lavoratori e competenze è il gender gap, correlato soprattutto a una percezione ancora stereotipata del settore – nonostante lo sviluppo tecnologico riduca l'impegno fisico delle mansioni – ma anche a una carenza di politiche aziendali di sostegno alla famiglia, con ad esempio solo lo 0,5% delle aziende a livello europeo che prevede misure di supporto alla gestione dei figli. Scorrendo i dati, in Italia, come in Spagna, solo il 20% della forza lavoro nella logistica è di genere femminile. Valori inferiori si riscontrano ad esempio in Bulgaria, Belgio (entrambi con 82% vs 18%) e Romania (87% vs 13%), mentre quote leggermente superiori di lavoratrici, ma sempre nell'ordine del 21-27%, si ritrovano in Paesi quali Polonia (21%), Francia (26%) e Regno Unito (27%).
Come cambia la domanda di competenze nel Paese
Se skill come carico/scarico merci, magazzinaggio, confezionamento ed etichettatura restano fondamentali e altamente richieste, il futuro del settore, anche in Italia, si gioca sempre più anche sulle competenze specializzate. Tra queste, la gestione del sistema gestionale SAP (oltre 14.000 annunci in Italia nel 2024) e il supply chain management (+53% nella domanda 2023-2024 rispetto al periodo 2021-2022). Fondamentali le competenze trasversali, quali comunicazione (oltre 65.000 annunci), management (oltre 230.000), e leadership (oltre 110.000), così come skills in ambito customer service (più di 49.000 annunci) e sales (oltre 77.000). Il forte aumento della richiesta di competenze in Safety Training (+158,7% nel 2023-2024 vs 2021-2022) sottolinea infine la crescente attenzione alla salute e sicurezza.
Significativa è poi l'impennata, anche nel nostro Paese, della richiesta di competenze in ambito sostenibilità - Net Zero (+362,4%), strategie sostenibili (+344,4%) e sviluppo sostenibile (+174,6%) - per le quali la logistica si trova oggi a competere non più solo con le imprese edili o tecnologiche, ma anche con gli attori dell'economia verde, ugualmente alla ricerca di profili con questo tipo di skill, a cominciare da quelli ingegneristici.
Trend in aumento anche per le competenze in ambito cyber, sempre più necessarie per la sicurezza delle catene di approvvigionamento, quali cyber safety (+77,4%), sicurezza informatica (+27,5%), cyber engineering (+5,2%).
Skills Gap Index: le competenze più difficili da reperire in Italia
Sempre rispetto alla domanda di competenze, il rapporto ha calcolato lo Skills Gap Index dell'Italia, individuando le skill di più difficile reperibilità nel Paese a confronto con gli altri Paesi Europei su una scala da 0 (difficoltà minima) a 100 (difficoltà massima). Il gap riguarda un ampio spettro di skill, da regolamentazione e compliance (92) e business strategy (76) a skill in ambito trasporto ferroviario (96 – la più difficile da reperire) e trasporto merci via terra (84) fino alle competenze di ingegneria industriale (47).
L'automazione e gli impatti sul settore
Per quanto riguarda la disruption tecnologica, lo studio evidenzia come il mercato globale dell'automazione nella logistica sia destinato a crescere rapidamente, passando da 17,03 miliardi di dollari nel 2023 a 49,19 miliardi nel 2033. Tuttavia, nonostante le notizie su supply chain autonome e soluzioni guidate dall'intelligenza artificiale, per la maggior parte delle imprese la sfida oggi è garantire i talenti necessari per mantenere operative le attività quotidiane. Le tecnologie avanzate esistono, ma i costi e la complessità ne limitano l'adozione su larga scala, lasciando solo ai grandi player la possibilità di sfruttarle appieno. E anche negli scenari più automatizzati, il contributo umano rimane imprescindibile, per gestire, mantenere e adattare sistemi che sono ben lontani dall'essere autosufficienti.
"Le aziende della logistica si trovano di fronte a una sfida cruciale: colmare il gap di talenti e competenze per affrontare un mercato altamente competitivo e in continua evoluzione" – dichiara Ketty Cestaro, Division Manager Logistica di Gi Group. "In quest'ottica, è quantomai necessario che le organizzazioni ripensino profondamente le proprie strategie HR, avvalendosi di partner che anche grazie agli investimenti in Intelligenza Artificiale e processi data-driven riescano a rispondere in maniera tempestiva alle evoluzioni del mercato. Fondamentale sarà inoltre investire sempre più in formazione, in particolar modo di quelle figure manageriali che dovranno gestire le complessità legate al change management, e in strategie di employer branding strutturate per migliorare l'attrattività del settore, in modo particolare per le nuove generazioni e le donne. Nei prossimi anni le imprese dovranno prepararsi e rispondere alle sfide tecnologiche emergenti, e per farlo è fondamentale introdurre e sviluppare le competenze digitali dei propri team attraverso percorsi strutturati di upskilling e processi di search & selection evoluti. Le imprese che sapranno combinare la tecnologia con un nuovo approccio alla gestione dei talenti e una visione capace di mettere al centro le persone saranno in grado di affrontare e superare con successo le sfide poste dalla disruption tecnologica e dall'evoluzione del mercato".























