di Massimo Granieri - DL News
Un antico detto recita: i soldi, o per chi preferisce, l'amore fanno girare il mondo. Per il mondo dello shipping è il commercio che fa girare le cose e per chi si domanda quale sia la magnitudo dei traffici marittimi gli basti pensare che il 2015 si sta avviando alla conclusione con circa 11 miliardi di tonnellate di merci movimentate. Una cifra enorme che comprende una variatissima tipologia di carichi dove le bulkcarriers e le tankers giocano un ruolo primario. Quest'anno questi undici miliardi di tonnellate comprendono oltre 3 miliardi di materie prime alla rinfusa quali carbone, minerale di ferro, granaglie etc., circa un miliardo e mezzo di altre rinfuse, cemento, bauxite,alumina, petcoke etc. e poco meno di tre miliardi di tonnellate di petrolio grezzo e suoi derivati. Ma è stato trasportato ancora molto altro, ad esempio i manufatti, di cui circa 1,7 miliardi di tonnellate trasportati in container e poco più di un miliardo movimentati "a corpo". Altri traffici più specializzati come ad esempio il gas liquefatto o prodotti chimici sono stati trasportati per un totale di poco più di mezzo miliardo. Una breve ma rappresentativa analisi che dice parecchio circa l'attuale modello di shipping e il ruolo importante della Cina quale paese importatore di materie prime ed esportatore di manufatti.
Merci e individui
Quest'anno i volumi mossi via mare proiettati in senso di consumi pro capite attribuiscono 1.5 tonnellate di merce trasportata per ogni abitante del pianeta contro la tonnellata pro capite del 2000. Sulla base di una continua crescita economica, la popolazione mondiale dei paesi in via di sviluppo alla ricerca di adeguare i propri livelli di vita con i modelli del mondo occidentale, contribuirà notevolmente all'aumento dei traffici marittimi aumentandone anche la ratio individuale. Ma pur considerando una ratio individuale invariata e un aumento stimato della popolazione mondiale a 8,4 miliardi di persone nel 2030, questo vorrebbe significare un aumento dei volumi dei traffici marittimi di circa 1,7 miliardi di tonnellate. C'è anche da tenere presente il così detto "effetto moltiplicatore" che negli ultimi cinque anni, ad esempio, ha portato a fare crescere i traffici marittimi ad una media di 1,13 volte superiore alla crescita economica mondiale. Da che la globalizzazione ha preso campo, i traffici internazionali sono cresciuti molto più velocemente della stessa produzione economica. Ad esempio i traffici container sempre più sviluppati, hanno permesso non solo la connessione tra produttori e consumatori distanti tra loro ma anche lo sviluppo del traffico di componentistica costruita e assemblata in diversi stabilimenti, unità di produzione a basso costo, domiciliati spesso a migliaia di miglia gli uni dagli altri.
Aumentano i traffici via mare/ L'eccesso di offerta rispetto alla domanda
Per questo motivo nel 2015 l'economia mondiale è prevista crescere del 3,5 per cento ma i traffici via mare aumentare del 4,1 per cento. Dopo il declino del 2009 la crescita dei "seaborne trade"è stata piuttosto consistente attestandosi su una media annuale del 4 percento. Purtroppo un quadro apparentemente roseo se si antepone a questo aumento della domanda la sconsiderata crescita della flotta mondiale che nel periodo 2008-14 è stata del 55 per cento portando il mercato dei noli, soprattutto per i carichi secchi, nel baratro dei nostri giorni. L'eccesso di offerta rispetto alla domanda è il problema che il mondo dell'armamento sta affrontando ormai da tempo e rimarrà la spada di Damocle per il prossimo medio futuro. Secondo una stima approssimata i traffici marittimi continueranno comunque a rappresentare l'80 percento del volume totale di tutte le merci movimentate sul globo. Questo è un dato di fatto e finché il mondo non saprà proporre un sistema di trasporto altrettanto valido e alternativo il mare e le sue navi continuerà ad essere il sistema che fa girare il mondo!
Analisi di mercato, nuovi punti di vista, speranza e coraggio
A conclusione di un anno difficile in tutti i sensi mi sono permesso un qualcosa che non è da me, in genere la "bottiglia" la vedo mezza vuota ma questa volta mi sono lasciato andare ad una analisi di mercato più ampia e ottimista che non è la negazione dei precedenti studi più ponderati e neppure il non riconoscere il difficilissimo momento che sta vivendo l'armamento, ma è la necessità di trovare nuovi punti di vista, insomma un cambio di atteggiamento nei confronti di quel "sempre più tanto" che ci opprime per provare ad uscirne. Una palingenesi necessaria non solo per analizzare lo shipping ma per capire ciò che ci sta accadendo attorno. Un cambiamento di atteggiamento faticoso ma necessario che ci faccia comprendere che non possiamo più permetterci di far parte di un coro da tragedia greca abituati a cantare i drammi rappresentati sul palcoscenico della vita sentendoli finzione scenica, non nostri, distanti. Lo shipping in questo senso oggi ci insegna che queste cifre astronomiche e la macro economia apparentemente tanto distanti dal nostro tran tran ordinario ricadono invece sulla testa di ogni abitante di questo pianeta e viceversa, quanto ogni singolo essere umano possa influenzare questi numeri. Che ci piaccia o meno le nostre vite fanno sempre più parte di un sistema globalizzato in tutti i sensi, i nostri destini nel bene e nel male sono legati a realtà che vanno ben oltre il nostro quartiere, città o confini nazionali e gli ultimi fatti di cronaca ne sono la conferma. Conoscere la realtà delle cose è necessaria per combattere chi vuole annientare tutto questo con la violenza, con l'appiattimento culturale, il dispotismo politico o religioso, con la morte e la paura. Paura che per la prima volta ho letto sui volti di ragazzi disorientati davanti ad una piazza insanguinata e ad un futuro incomprensibile, o negli occhi di un bambino goffamente avvolto da un salvagente più grande di lui in braccio ad un uomo ancora più spaventato e confuso. Dobbiamo cambiarlo questo registro, cercare di interpretare i fatti usando chiavi di lettura alternative e pluralistiche che non significa prostituire la nostra antica cultura, le nostre etnie e i valori morali ma abbandonare le polemiche sterili, la politica dell'opposizione fine a se stessa, i talk shaw riempi-palinsesti, spariscano frasi tipo "ai miei tempi.." o i "ci vorrebbe questo o quello" . Non è più tempo per queste cose e non possiamo perderne altro.
Nuova coscienza
Assumere una nuova coscienza, lo dobbiamo ai noi stessi, lo dobbiamo soprattutto ai nostri ragazzi, e sono nostri anche quelli che portano un nome straniero sbarcati su una spiaggia portati da un mare che non divide, che non è frontiera. Ci avviciniamo alla celebrazione della Natività certamente poco sereni con ancora impresse nei nostri occhi e nei nostri cuori immagini di dolore e di morte ma forse mai come in questi momenti questo dolore ci rende più veri e umani agli occhi di quel Bambino di cui ancora una volta celebriamo la sua nascita. L'augurio che susciti in noi la stessa fede, coraggio e spirito di accoglienza dei nostri padri e dei padri dei nostri padri perchè possiamo essere presenza e riferimento per questi ragazzi, infondendo in loro speranza e coraggio anche quando, nel nostro intimo, sentiamo che manca in noi. In tempi altrettanto bui i nostri vecchi lo hanno fatto con noi. Come sempre il mio primo pensiero in questo momento dell'anno va ai naviganti e alle loro famiglie, che Dio sul mare li protegga e li possa riportare sempre ai loro affetti. Ringrazio i fantastici ragazzi del mio Nautico di Genova, quelli di Imperia e Camogli che mi stanno permettendo di ritornare con loro sui banchi di scuola e con loro lavorare per il "nostro" futuro.
A tutti Buon Natale.