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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Infrastrutture

Il Lloyd's Register sperimenterà la navigazione autonoma sulle grandi navi

Con ST Engineering svilupperà la tecnologia per adottare 'l'autopilota' sui mercantili transoceanici

Il capitano René Malmstrøm manovra il rimorchiatore "Svitzer Hermod" nei pressi del porto di Copenaghen da un centro operativo remoto di Rolls Royce / Rolls Royce

Sviluppare la navigazione autonoma non solo su tratte di cabotaggio, o sulle chiatte fluviali, ma anche sui grossi mercantili che attraversano gli oceani. Il Lloyd's Register e il gruppo ingegneristico di Singapore ST Engineering esploreranno per primi questa possibilità avviando una collaborazione, annunciata nel corso del Singapore Maritime Week (6-14 aprile).

I due partner, come recita il memorandum sottoscritto, collaboreranno al «world's largest ocean-going autonomous vessel programme», realizzando un prototipo di information technology per gestire un sistema di navigazione automatizzata su percorsi oceanici. Il Lloyd's Register si occuperà, da ente certificatore, di tutti gli aspetti relativi alla stabilità e alla sicurezza di questa tecnologia, principalmente assicurazione, certificazione e standard di regolamentazione internazionale. «È il primo progetto al mondo ad implementare su navi oceaniche tecnologie del genere», sottolinea Andy McKeran, direttore commerciale di Loyd's Register marine&offshore, «spingendone i confini, le prestazioni e i livelli di sicurezza». Essenziale per la buona riuscita del progetto è, secondo McKeran, la creazione di tanti casi di studio, «utili a migliorare, per esempio, la sicurezza della nvigazione, l'efficienza della catena di approvvigionamento e i costi operativi».

Equipaggi disoccupati?
A chi si chiede se questi sistemi lasceranno a casa gli equipaggi,  McKeran sottolinea che i sistemi autonomi si integrano alla navigazione, un po' come il pilota automatico nell'aviazione, dando «la possibilità ai marittimi esperti di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio». L'integrazione sicura e sostenibile di queste tecnologie, conclude, «si basa sul coinvolgimento appropriato dei professionisti del mare». Marittimo e macchina: l'uno ha bisogno dell'altro per funzionare a dovere.

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