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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Giachino: "Ripartiamo dal ministero del Mare"

Lettera aperta del consigliere ai Trasporti. Lo sviluppo passa per i porti: "Un accordo con grandi armatori ci darebbe un punto di Pil"


Quali sono le scelte da fare quest'anno per rimettere in moto lo sviluppo? Tante ma, più di tutto, la ricostituzione di un "ministero del mare e della logistica". Lo ha detto Bartolomeo Giachino in una lettera aperta. L'ex sottosegretario ai Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi - già presidente della Consulta generale per l'autotrasporto che ha ideato il Piano Nazionale della Logistica e attualmente, come deputato Forza Italia, consigliere del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi - scrive alle istituzioni per esortarle ad allargare la visione di insieme di quello che si può chiamare "sviluppo". «Dopo il madornale errore di chi voleva tagliare il rimborso delle accise al trasporto, dopo i recenti aumenti delle tariffe autostradali, e dopo la istituzione della Authority dei trasporti – afferma Giachino - va a mio parere ricostituito il "Ministero dei trasporti del mare e della logistica" proprio per evidenziare il ruolo di "motore dello sviluppo" che il nostro settore in un paese come l'Italia può giocare e distaccarlo dalla missione di chi deve occuparsi di infrastrutture e casa». Il Piano della Logistica è servito a stabilire le inefficienze del sistema, ad esso non è però seguito il passo successivo, quello fatto di proposte atte a risollevare questo stato depressivo. Per Giachino però non ha importanza, ciò che conta è esortare. «Basti un solo dato – scrive Giachino - i nostri porti, esclusi quelli di transhipment, insieme movimentano 5 milioni di container, troppo poco rispetto al traffico diretto verso l'Europa». Le potenzialità di questo settore, se ben strutturate ma soprattutto ben considerate dal governo, possono portare a risultati notevoli. Per esempio, secondo Giachino, «un accordo con i grandi operatori», cioè gli armatori o i consorzi armatoriali che contano, «potrebbe darci un punto di Pil aggiuntivo» determinando un nuovo flusso di merci, con un «aumento della domanda di trasporto e di logistica per le nostre aziende», mentre attualmente, grazie anche alla «lentezza dei controlli doganali», siamo «destinatari solo di 1/10 dei container diretti verso l'Europa».
L'esortazione di Giachino è chiara: la penisola italiana per ripartire deve anche contare sui porti, altrimenti di quale sviluppo stiamo parlando?