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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Infrastrutture

Federimorchiatori si scaglia contro Venezia

Gli operatori rispondono all'Autorità portuale della Laguna che si lamenta di servizi tecnico-nautici troppo cari


Nei giorni scorsi, subito dopo aver incontrato  i parlamentari veneti in vista della discussione alla Camera della riforma della legge 84/94, l'Autorità portuale di Venezia ha diramato un comunicato nel quale elenca i problemi che attualmente minano l'operatività dello scalo. Al primo posto della lista, secondo l'autorità lagunare, figurano i costi eccessivi dei servizi tecnico-nautici. Per la particolare natura del porto veneziano, con le banchine commerciali tra i canali, spiega l'Ap del capoluogo, "vi è un ricorso molto ampio ai servizi tecnico-nautici ed i costi sostenuti per ciascuna nave, più di 32mila euro, sono decisamente superiori rispetto agli altri porti dell'Alto Adriatico e rischiano di spingere il porto di Venezia fuori mercato". Come era facile intuire, le affermazioni dell'Autorità portuale hanno provocato la dura reazione di Federimorchiatori, che considerano il comunicato "disinformativo e distorsivo". Le società di rimorchio portuale, dichiara in una nota la federazione,  "sono regolamentate entro parametri chiari e trasparenti combinati in un sistema che ne prevede la discussione di merito e impedisce qualsiasi arbitrarietà e discrezionalità tariffaria. Sono inoltre sottoposte a controlli e alla disamina di merito dei bilanci delle società concessionarie, delle singole voci di costo e della loro capacità di gestire efficacemente il servizio, in un processo – conclude Federimorchiatori - che coinvolge in primo piano le Autorità portuali e le associazioni rappresentative di tutti gli utenti del servizio, oltre quelle degli erogatori, con il controllo del ministero competente". In sostanza, è il commento, non si possono prendere le particolarità del porto di Venezia e farne esempio per l'intera portualità. A maggior ragione farne "porto pilota" per cambiare leggi, norme e regolamenti.