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08 maggio 2025, Aggiornato alle 18,03
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Armatori

Che fine farà l'armamento cipriota?

Per buona pace degli armatori, il governo dell'isola rassicura che il prelievo forzoso interesserà i top manager e non le società


di Renato Imbruglia
 
Sono giorni roventi per l'equilibrio economico e finanziario europeo. La crisi che sta investendo Cipro ancora non ha trovato una soluzione chiara e definitiva, ma tutta l'area dell'euro sta cercando di risolvere e di scongiurare un fallimento. La troika (UE-BCE-FMI) dopo giornate di lavoro intenso è riuscita a trovare un accordo per sbloccare gli aiuti economici al sistema cipriota. Ma resta incertezza per gli eventuali prelievi e per le reazioni dei mercati e delle banche isolane. 
Tra le tante categorie preoccupate e che seguono l'evoluzione della crisi, vi sono anche le industrie marittime cipriote, o basate a Cipro; il settore occupa 5mila dipendenti e sono circa 55mila i marittimi ciprioti. Sulla base del PIL annuo di Cipro, il settore marittimo rappresenta il 7%.
Gli armatori sono restii a commentare in prima persona questo momento difficile. Per il Cyprus Shipping Chamber «l'obbiettivo da perseguire è di agire nell'interesse nazionale; pertanto la soluzione alla crisi non può essere di tutelare pochi interessi, in quanto in breve tempo questa strategia porterebbe ad un riaffacciarsi di instabilità finanziaria ed economica». Se quindi da un lato il mondo dello shipping cipriota sembra accettare gli sforzi richiesti, dall'altro sono molti gli armatori che, seppur senza uscire dichiaratamente allo scoperto, sembrano esprimere preoccupazioni per le politiche finanziarie che si potranno adottare. 
Il prelievo forzoso sui conti più solidi non sembra essere una buona mossa: creerebbe forti difficoltà alle industrie marittime, che hanno impiegato anni prima di raggiungere una stabilità adesso minacciata. Molte delle società basate a Cipro sono di origine tedesca o europea, e per molte di loro eventuali prelievi rappresenterebbero un forte ostacolo allo sviluppo e alla normale attività di impresa, che prevede un continuo accesso al credito e alla movimentazione di denaro, tanto maggiore quanto maggiore è la società. 
In una visione ottimista, gli armatori auspicano che non siano i conti delle società ad essere a rischio, quanto quelli dei top manager. Ed infatti, sembra che il governo cipriota abbia dato informali garanzie che non ci saranno ripercussioni sulla tassazione delle flotte mercantili, e che le spese amministrative previste non saranno modificate al rialzo. Il rischio da scongiurare per il governo cipriota è di evitare che molte società che usano Cipro per ragioni di comodo, possano essere tentate dal lasciare l'isola in previsione di spese da sostenere.