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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Carnival perde 4,4 miliardi di dollari nel secondo trimestre

Il gruppo conta su una grossa liquidità, ma il fermo costa circa 650 milioni al mese. Dall'inizio dell'anno le compagnie statunitensi hanno perso in Borsa tra il 55 e il 70 per cento


Come c'era da aspettarselo, il bilancio del secondo trimestre dei gruppi crocieristici sarà il peggiore della loro storia. Quasi tre mesi di fermo, cominciati gradualmente da metà marzo in poi. Tra aprile e giugno di quest'anno le perdite del gruppo Carnival – che possiede la compagnia italiana Costa Crociere – sono state pari a 4,4 miliardi di dollari. Lo rende noto il gruppo statunitense. Risultati peggiori del previsto, con gli analisti che avevano calcolato un rosso intorno ai 2 miliardi e mezzo. Le entrate sono crollate dell'85 per cento, pari a 700 milioni. In risposta a questi dati, da giovedì le azioni di Carnival a Wall Street sono calate del 2 per cento.

La buona notizia è che la liquidità di Carnival, uno dei principali gruppi crocieristici mondiali, è tanta, accumulata in decenni di crescita sostenuta del settore, stroncata dall'arrivo del Coronavirus. La liquidità è di 7,6 miliardi di euro, capace di assorbire l'urto di una pausa prolungata, ma il gruppo ha anche riferito che il fermo della flotta le costerà in media 650 milioni di dollari a partire da giugno. Inoltre, le compagnie da crociera statunitensi non sono interessate dal pacchetto di stimoli da 2 mila miliardi varato dal governo degli Stati Uniti, anche se godono di un programma di 700 milioni della Federal Reserve.

Per quanto riguarda le altre grandi compagnie americane, Royal Caribbean non ha ancora reso noto i dati del secondo trimestre. Carnival, il gruppo Norwegian e Royal Caribbean hanno perso alla Borsa di New York, dall'inizio dell'anno, tra il 55 e il 70 per cento. La buona notizia, riferisce Royal, è che le prenotazioni del 2021 sono in crescita, segno che i passeggeri sono pronti a ripartire.

C'è grande incertezza del settore sul futuro. Nessuno è in grado di prevedere quando si tornerà alla normalità. Inoltre, la ripresa degli itinerari, degli sbarchi e degli imbarchi sarà per forza graduale e dipenderà, Stato per Stato, dalla disponibilità dei governi e delle autorità sanitarie.