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07 ottobre 2024, Aggiornato alle 17,00
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Brennero, l'Italia scrive all'Ue per mettere in mora l'Austria

Primo passo per adire alla Corte di giustizia dell'Ue contro i divieti di circolazione imposti dal Paese confinante. La Commissione europea ha tre mesi di tempo per rispondere

(omnifurgone.it)

Dopo diversi annunci in proposito fatti nelle ultime settimane, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha annunciato l'invio da parte del governo italiano della lettera di messa in mora alla Commissione europea con la quale l'Italia ricorre per la prima volta all'articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), per agire nei confronti dei divieti di circolazione austriaci sull'asse del Brennero. Una volta ricevuta la lettera, la Commissione Ue ha tre mesi di tempo per analizzare il dossier e prendere una decisione.

L'articolo 259 del TFUE stabilisce che «ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia dell'Unione europea quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati. Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a quest'ultimo incombono in virtù dei trattati, deve rivolgersi alla Commissione. La Commissione emette un parere motivato dopo che gli Stati interessati siano posti in condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali. Qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda, la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte».

«Questa iniziativa - commenta il presidente di Anita, Riccardo Morelli - pone finalmente con forza all'attenzione delle Istituzioni europee la centralità del corridoio del Brennero per il nostro Paese e per l'intera Europa, in quanto l'Italia esporta oltre il 60 per cento della propria produzione attraverso i valichi alpini. Ora ci aspettiamo che la Commissione europea si assuma le sue responsabilità e avvii ufficialmente la procedura d'infrazione contro l'Austria».

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