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03 maggio 2024, Aggiornato alle 16,47
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Assarmatori: inflazione e burocrazia bloccano la flotta

All'annual meeting di Roma Stefano Messina torna a rimarcare la perdita di competitività del comparto. In questo contesto i benefici fiscali comunitari sono un limite

Stefano Messina, presidente di Assarmatori

«Sul futuro della flotta nazionale incombono gli extra costi legati alle normative per la transizione energetica e le problematiche quotidiane derivanti da una macchina burocratica che non trova riscontro negli altri Paesi europei». Lo ha affermato Stefano Messina, presidente di Assarmatori, l'associazione armatoriale aderente a Conftrasporto-Confcommercio, aprendo il meeting annuale che si è svolto al Grand Hotel Parco dei Principi di Roma. «Costi contenuti, servizi regolari ed efficienti, una funzione essenziale al servizio dell'economia del Paese. Il mare resta la modalità di trasporto strategicamente più importante per l'Italia», continua Messina, ma dall'inflazione galoppante e dall'estensione dei benefici fiscali a tutte le bandiere comunitarie «discende il pericolo di una progressiva perdita di competitività della bandiera italiana e quindi di uno spostamento delle navi di armatori nazionali sotto bandiera di altri Stati, anche comunitari».

«A breve - ha continuato Messina - il nostro Paese sarà chiamato a dare attuazione a quanto ci chiede la Commissione europea, ovvero estendere i benefici previsti dal nostro regime di aiuto anche alle attività esercitate su navi che battono bandiere europee. A quel punto, gli armatori potrebbero optare per altre bandiere, che garantiscono alle compagnie di navigazione una burocrazia semplice, intuitiva, moderna e digitalizzata, immediata nelle risposte e soprattutto improntata al pragmatismo».

Messina si è rivolto direttamente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, presente all'assemblea: «Ammainare la bandiera italiana significa ammainare una parte importante dell'italianità del mondo, è una cessione di sovranità, significa mettere in discussione una parte consistente dell'occupazione marittima italiana, spostare all'estero centri decisionali dai quali dipendono gli approvvigionamenti, i servizi svolti oggi da aziende italiane».

Cosa bisogna fare per scongiurare questa eventualità? «Un'opera di strutturale semplificazione», secondo Messina, «non più rinviabile e attuabile a costo zero, mentre l'eccesso di burocrazia ha un costo, anche in termini di perdita di competitività. Il motto di questo governo è "non disturbare chi lavora", e per questo ci aspettiamo molto. Vogliamo preservare la bandiera italiana ma dobbiamo essere messi nelle migliori condizioni per competere in un settore, come quello dello shipping, che è per definizione internazionale».

Semplificazione chiesta a gran voce anche per dare nuovo impulso all'occupazione italiana a bordo delle navi: «Nel nostro settore c'è spazio per nuova forza lavoro, ne abbiamo bisogno – ha detto Messina - tuttavia le procedure di arruolamento comportano lungaggini, sono costose e farraginose, con la conseguenza che i giovani guardano con maggiore interesse altrove».

Nella relazione del presidente di Assarmatori emerge con decisione anche lo sforzo nel quale gli armatori italiani si stanno impegnando per attuare la transizione energetica: «Gli armatori italiani sono pronti a fare la loro parte, ma le regole dettate dalla Unione Europea in materia di aiuti di Stato per poter usufruire dei 500 milioni di euro stanziati nel Fondo Complementare al PNRR ne hanno immaginato investimenti per tecnologie che non esistono o che, se esistono, prevedono l'uso di carburanti non ancora disponibili. I limiti territoriali e temporali hanno fatto il resto, posto che per molte tipologie di navi la cantieristica europea non è più in grado di costruire».

All'Assarmatori Annual Meeting hanno presenziato, animando una tavola rotonda moderata dalla giornalista del TG1 Laura Chimenti, anche il ministro del Turismo, Daniela Santanché; il ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci; il ministro per le Politiche di Coesione, il Sud e il PNRR Raffaele Fitto; il Comandante in Capo della Squadra Navale della Marina Militare, Aurelio De Carolis; il comandante generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, Nicola Carlone; l'amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero; e l'executive chairman di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago. Si è parlato di normative comunitarie e internazionali in materia di sostenibilità ambientale, dell'uso dei carburanti alternativi, della tutela dei collegamenti con le isole minori, dei fondi per il rinnovo delle flotte, della ventilata riforma portuale e delle prospettive della cantieristica italiana.