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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Assarmatori al governo: "Cabotaggio fuori dal rating ambientale"

Nel corso della Naples Shipping Week Catani e Rossi tornano a chiedere correttivi sul mercato delle quote di scambio e sul "carbon intensity indicator"

(Pom'/Flickr)

Estendere a tutti i collegamenti insulari e alle autostrade del mare l'esenzione dall'ETS, l'emission trading scheme, il sistema di scambio di quote del carbonio sul mercato finanziario europeo previsto nel pacchetto Fit for 55. Lo chiedono al governo che andrà a formarsi nelle prossime settimane Matteo Catani, membro del consiglio direttivo di Assarmatori e presidente della commissione Cabotaggio e autostrade del mare, e Alberto Rossi, segretario generale dell'associazione, intervenendo nel corso della Naples Shipping Week, in corso a Napoli.

Il Parlamento Ue ha chiesto l'esenzione dall'ETS per le tratte soggette a obblighi di servizio pubblico, mentre il Consiglio europeo ha fatto altrettanto per i collegamenti con le isole minori. Ma secondo Assarmatori non basta. "Dobbiamo confermare questo assetto anche in vista della direttiva finale – ha spiegato Catani – e far sì che anche tutti i collegamenti insulari e quelli delle autostrade del mare ottengano l'esenzione. Altrimenti ci troveremmo di fronte a una lesione del principio di proporzionalità dell'Ue. L'Italia sarebbe maggiormente penalizzata da queste misure rispetto ad altri Stati membri vista la sua dipendenza dal trasporto marittimo".

Il nostro Paese, infatti, è leader nel Mediterraneo per quanto riguarda le autostrade del mare, con una quota di mercato del 37 per cento. "Mettere a rischio questo sistema, che si è realizzato anche grazie a strumenti importanti come il Marebonus - ha aggiunto Rossi - significherebbe correre il rischio di uno switch modale inverso, cioè dal mare alla strada: altro che sostenibilità ambientale, aumenterebbero il traffico, l'incidentalità e l'inquinamento. Un altro obbiettivo deve essere quello di far sì che quanto incassato con l'ETS in Italia rimanga nel nostro Paese e sia allocato per finanziare investimenti a terra e a bordo e in ricerca e sviluppo, con l'obiettivo di rendere le flotte sempre più compliant con la normativa".

Un'altra proposta regolatoria che ‘incombe' sul ruolo delle autostrade del mare è l'applicazione senza correttivi del carbon intensity indicator (CII) dell'International Maritime Organization. Lo strumento prevede l'assegnazione alle navi di un rating da A ad E. Un recente studio del Rina per Assarmatori ha evidenziato come nel giro di tre anni, e quindi entro il 2025, la flotta traghetti italiana si troverebbe in scacco, con più del 73 per cento delle navi non ottemperanti alla norma e quindi potenzialmente non più in grado di navigare. Secondo Rossi andrebbe cambiata la metrica: "il CII infatti prende in considerazione anche la percentuale di emissioni prodotte durante la sosta in porto, peggiorando di conseguenza drasticamente in modo ingiustificato il rapporto tra CO2 emessa e miglia percorse. Occorre quindi un correttivo specifico, che permetterebbe di rendere il profilo di rating della flotta traghetti italiani più attinente al profilo di rating definito per la flotta mondiale".

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