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23 aprile 2025, Aggiornato alle 18,29
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Armatori, timidi segnali di ripresa

Cma Cgm e Zim chiudono un trimestre "parallelo". Aumenta il trasportato e crescono i conti. L'eccesso di stiva resta la pietra di inciampo


Timidi ma promettenti segnali di ripresa vengono da due grosse compagnie armatoriali. La prima è la francese Cma Cgm, terzo gruppo armatoriale al mondo secondo Alphaliner, la seconda l'israeliana Zim (diciassettesima). Entrambe, nel secondo trimestre dell'anno, registrano non solo una crescita nel trasportato, ma anche un buon andamento dei conti, recuperando le perdite. Non è ancora quella ripresa che tutto il mondo si aspetta dal mercato, ma almeno è un segnale incoraggiante che mostra almeno, guardando al trasportato dei due armatori, un incremento della domanda. Resta irrisolto però il problema principale per queste grosse compagnie: l'eccesso di capacità di stiva delle flotte, che verrà risolto, appunto, soltanto quando avverrà la vera e propria uscita dalla crisi economica.
La francese. Tra aprile e giugno i volumi trasportati da Cma Cgm sono stati 2,9 milioni di teu, in crescita del 6,9% sullo stesso periodo dell'anno precedente. Il tasso medio del trasporto si è ridotto dell'8,6%. A metà del prossimo anno partirà poi l'alleanza P3 che vede l'armatore insieme a Maersk Line e Mediterranean Shipping Company. Una "cordata" sui traffici Est-Ovest progettata per ottimizzare l'utilizzo della flotta su queste linee. 
Grazie alla cessione di diverse attività, tra cui il Terminal Link, l'utile netto è in forte crescita: 268 milioni (169 nel secondo trimestre 2012), di cui appunto ben 249 sono relativi alla riorganizzazione delle operazioni portuali. Il fatturato consolidato è stato pari a 4 miliardi di dollari, in crescita del 5,6% sul al primo trimestre ma in calo del 2,4% sullo stesso periodo del 2012. L'Ebit consolidato è stato pari a 418 milioni di dollari(+7%). Debito netto a 3,8 miliardi al 30 giugno, in calo di 385mila dollari dal 31 marzo. 
L'israeliana. Discorso analogo anche per la Zim, dove l'aumento dei volumi container ha inciso sui conti. Tra aprile e giugno le sue navi hanno trasportato 631mila teu, pari a una crescita del 5%. Passando all'aspetto finanziario, i ricavi sono stati 976 milioni dollari, crescendo del 6%. Il risultato, nonostante un calo dei noli del 3% (da 1.282 dollari a 1.246 per singolo teu) è dovuto ad un aumento del trasportato del 5%, pari a 631mila teu. La perdita operativa è stata di 5 milioni (escludendo il costo una tantum di 24 milioni per i dipendenti in prepensionamento) a fronte di una perdita di 47 milioni nel trimestre precedente. Il flusso di cassa è di 5 milioni (-28 milioni nel trimestre precedente). Perdite in recupero: -72 milioni dollari rispetto ai -110 milioni di dollari del primo trimestre. 
Per Zim l'oversupply resta il problema principale, creando una pressione al ribasso sui tassi di nolo. «Per far fronte a queste sfide – afferma la compagnia in una nota - Zim continua ad attuare misure di efficienza interna e allo stesso tempo a negoziare con tutti i suoi creditori, con l'obiettivo di raggiungere una soluzione a lungo termine per la sua struttura patrimoniale e del debito e la creazione di una base stabile e solida per consentire alla società di continuare ad essere competitiva in futuro».