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18 maggio 2024, Aggiornato alle 18,37
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Infrastrutture

Anno nuovo, tasse nuove

Ferme al 1993, con un decreto il ministero dei Trasporti+Finanze aumenta del 30% il tributo sull'ancoraggio. Confetra preoccupata


Con l'anno nuovo il ministero dei Trasporti e quello delle Finanze, tramite un  decreto interministeriale, ritoccano al rialzo le tasse di ancoraggio. Per quest'anno l'aumento è del 30% per l'ancoraggio, e dal 2014 crescerà del 15% anche la tassa di imbarco e sbarco.
A quanto pare sono rialzi necessari, visto che gli importi dei tributi erano fermi al 1993, ma non per questo Confetra ha lanciato l'allarme, sottolineando il rischio «di allontanare dal nostro Paese i grandi gruppi armatoriali internazionali».
Una nave da 8mila teu di 100mila tonnellate di stazza lorda la tassa di ancoraggio mensile dovrà pagare quest'anno 93mila euro (72mila l'anno scorso), e dall'anno prossimo 104mila. La tassa annuale, da sottoscrivere con abbonamento, passa da 158mila a 204mila euro nel 2013 e a 228 mila euro nel 2014. Per le portacontainer in servizio di transhipment di traffico internazionale, la tassa per ogni singolo scalo passa da 13mila a 17mila euro e a 19 mila euro nel 2014. Complessivamente per i porti si può stimare un maggior gettito di 60 milioni di euro.
Le Autorità portuali restano però autonome, potendo decidere di diminuirle fino ad azzerarle, come è successo in passato per i porti di trasbordo di Taranto e Gioia Tauro. Facoltà che peraltro è prevista in via transitoria e che la legge di Stabilità 2013 ha prorogato solo fino al 30 giugno di quest'anno. «La riforma portuale compreso l'aspetto della tassazione nei porti – ha commentato il presidente Confetra Fausto Forti – è uno dei grandi temi di politica dei trasporti che la Confetra sottoporrà al nuovo governo».