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18 aprile 2024, Aggiornato alle 12,55
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Armatori - Infrastrutture

A Gioia Tauro arriva un'altra portacontainer gigante

Msc Sixin, nave da oltre 23 mila teu. 79esima ultra-large in un anno. Agostinelli: terminal rinnovato e polo logistico pronto, ora tocca a Regione e governo continuare lo sviluppo

Msc Sixin approda a Gioia Tauro

Al porto di Gioia Tauro stamattina è approdata una nave gigantesca. Msc Sixin, portacontainer da oltre 23 mila teu, per il suo primo ingresso in un porto del Mediterraneo, proveniente da Port Said.

Cerimonia di maiden call in banchina, con tanto di scambio di crest tra il comandante della nave, Amil Kumar Menon, il commissario straordinario dell'authority, Andrea Agostinelli, e il direttore direttore di Terminal Investment Limited, Paolo Maccarini, società controllata da Msc e a capo di Medcenter Container Terminal da poco più di un anno. Di navi di questo tipo a Gioia Tauro ne sono arrivate 79 nell'ultimo anno.

Entrata in porto alle prime ore dell'alba, Msc Sixin è lunga quanto quattro campi di calcio ed è larga 60 metri. Costruita nel 2019, batte bandiera panamense. Numeri importanti, «che rimandano a quelli dell'infrastruttura portuale calabrese, chiamata a stare, a pieno titolo, tra i porti più strategici che uniscono le principali e più trafficate linee internazionali dei traffici mondiali, da e per il Far East», scrive l'Autorità portuale di Gioia Tauro in una nota. Lo scalo della Calabria è infatti inserito nelle linee internazionali delle portacontainer ultra-large. Msc Sixin ritornerà il 5 giugno, per poi riapprodare a Gioia Tauro dopo 60 giorni, e così di seguito con cadenza regolare.
                                
«Il buio di una lunga notte» ha commentato Agostinelli, che ha passato in rassegna gli ultimi anni di ripresa del porto. Proprio ora, però, non ci si deve fermare, sottolinea il commissario. C'è il polo logistico intermodale da avviare, su cui sono stati stanziati nel 2010 circa 285 milioni di euro tramite un accordo quadro, riformulato dalla Commissione europea nel raccordo ferroviario San Ferdinando-Rosarno, completato, con tanto di gateway, nel 2017, con una spesa pubblica complessiva di 19 milioni di euro. «Ora tocca a Rete Ferroviaria Italiana, al ministero dei Trasporti e alla Regione Calabria», sottolinea il commissario dell'Autorità portuale.

Per quanto riguarda le infrastrutture che servono per sviluppare lo scalo di trasbordo, Agostinelli ha ricordato il nuovo bacino di carenaggio per riparare le grandi navi portacontainer che viaggiano nel Mediterraneo e, infine, lo sviluppo del retroporto. «Non è importante chi farà queste cose, sarà invece decisivo che questi nodi vengano affrontati da domani», conclude Agostinelli.

In crisi progressiva dal 2008, Gioia Tauro ha perso nei dieci anni successivi circa il 35 per cento del suo traffico container, portando alla perdita di migliaia di approdi e alla cassa integrazione le maestranze del Medcenter per nove anni. A luglio 2016 il punto più basso della crisi, un accordo quadro tra governo, Regione Calabria, Medcenter, sindacati e autorità portuale dove vengono pianificati una serie di investimenti ma, parallelamente, il terminalista arriva a licenziare 377 persone del Medcenter, allora condiviso da TIL e Contship Italia. Nel 2018 la messa in mora del terminalista, un anno dopo l'addio di Contship Italia dal porto di Gioia Tauro e l'avvio, da parte del nuovo proprietario unico Msc, del rinnovo del parco gru, per aggiornare la capacità di accoglienza delle banchine alle unità da oltre 20 mila teu.