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03 maggio 2024, Aggiornato alle 16,47
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Eventi

Marina Militare e Vigili del Fuoco celebrano a Napoli la "loro" Santa Barbara

Il rito sarà arricchito con cori e fanfara e verrà officiato a piazza del Plebiscito, presso la Basilica Reale Pontificia di San Francesco di Paola


Lunedì 4 dicembre in Piazza del Plebiscito a Napoli, presso la Basilica Reale Pontificia di San Francesco di Paola, l'arcivescovo Domenico Battaglia officerà alle ore 10,30 la messa solenne di Santa Barbara, santa patrona della Marina Militare e del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. I canti della messa saranno intonati dagli studenti del Liceo Artistico Coreutico Musicale "Boccioni – Palizzi" di Napoli, fucina di artisti di grande fama.

Al termine del rito, la fanfara del X Reggimento Carabinieri Campania eseguirà brani di repertorio e l'inno nazionale armonizzato con lo spiegamento della Bandiera Italiana sulla facciata di Palazzo Reale da parte del Nucleo SAF - Speleo Al-pino Fluviale dei Vigili del Fuoco. Per l'occasione in piazza del Plebiscito sarà presente il centro mobile Informativo della Marina Militare, una mostra statica del Nucleo SDAI – Sminamento Difesa Anti Mezzi Insidiosi, Mezzi Speciali e attrezzature dei Vigili del Fuoco.
 
Chi è Santa Barbara 
Per gli storici, la grande martire Barbara rappresenta il caso di una santa il cui culto fu assai diffuso sin dall'antichità, in Oriente e Occidente, mentre le coordinate agiografiche sono estremamente scarne: il nome, l'origine (Bitinia o più verosimilmente Egitto) e il martirio (III sec). La leggenda, però, ha arricchito con particolari fantastici, a volte irreali, la vita della martire.

Il padre, Dioscuro, ostile alla vocazione cristiana della figlia, ordinò di rinchiuderla in una torre, ma Barbara, volendo ricevere in ogni modo il sacramento della rinascita, si immerse in una vasca proclamando: "La serva di Dio, Barbara, viene battezzata nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ". Saputolo, il padre decise di ucciderla, ma Barbara, traversate prodigiosamente le mura della torre, si pose in salvo. Catturata in seguito, venne consegnata al Prefetto Marciano perché la costringesse all'abiura.

Barbara venne tormentata con piastre di ferro rovente ma rimase ferma nella professione della fede; venne torturata con torce, ma esse si spegnevano non appena sfioravano il corpo. Condannata infine alla pena capitale, fu lo stesso padre a tagliarle la testa. Scese allora dal cielo un fulmine che colpì il crudele Dioscuro, di cui non restarono neanche le ceneri.

Il fulmine, non di vendetta ma di giustizia, che punì l'insano gesto del padre, è il centro attorno al quale si è formata, nel tempo, la devozione a Santa Barbara, la Santa che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c'è alcuna via di scampo.
Più tardi, quando con l'invenzione della polvere da sparo e delle armi da fuoco sembrò che anche dalle mani dell'uomo fosse scaturita la folgore, la devozione a Santa Barbara ebbe rinnovata diffusione tra tutti coloro che maneggiavano pericolosamente il "capriccioso fulmine inventato dall'uomo" ed invocarono Santa Barbara, gli artificieri, i cannonieri, i pirotecnici e i Vigili del Fuoco, in quanto protettrice di coloro che si trovano "in pericolo di morte improvvisa".

La Marina e i Vigili del fuoco per questi motivi hanno eletto Santa Barbara Patrona e il 4 dicembre ne celebrano la ricorrenza. In tale giorno a bordo delle Unità della Marina Militare è tradizione che il più giovane marinaio del servizio armi offra un mazzo di rose rosse al 1° Direttore del Tiro, mentre nei Vigili del fuoco, un allievo o un giovane vigile offre in dono la piccozzina al suo diretto superiore quale gesto per consacrare la sua devozione alla causa.