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26 aprile 2024, Aggiornato alle 17,27
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Infrastrutture

Malpensa è compressa. Le criticità dell'espansione secondo Anama

Secondo l'associazione aderente a Fedespedi bisogna compensare il limitato piano di allargamento razionalizzando gli spazi e digitalizzando massicciamente

(Luigi Rosa/Flickr)

Il problema del piano di espansione dell'aeroporto di Milano-Malpensa, redatto sotto il nome di "Masterplan 2035", è che è confinato negli spazi attuali dell'aeroporto. Punta sul cargo ma con uno sviluppo giocoforza compresso, secondo Anama, l'Associazione agenti merci aeree aderente a Fedespedi e Confetra, che in una nota ne spiega le criticità.

L'investimento per l'ampliamento di Malpensa, a cui contribuirà la società di gestione dell'aeroporto SEA e le aziende che ci lavorano, è stato stimato in circa 300 milioni di euro. Verranno costruite nuove piazzole per gli aerei, parcheggi e magazzini più vicini alla pista, rendendo più veloci le operazioni di carico e scarico delle merci. Sono previsti anche nuovi collegamenti stradali con lo scalo per i mezzi pesanti. Con queste nuove strutture, secondo le previsioni di SEA, entro il 2035 l'aeroporto di Malpensa potrà gestire 1,2 milioni di tonnellate di merci ogni anno, contro le 550 mila fatte nel 2019. Ma tutto questo ampliamento potrà avvenire solo all'interno del sedime aeroportuale, come stabilito dal ministero dell'Ambiente con la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). L'aeroporto non potrà espandersi sulla brughiera, una particolare area naturale caratterizzata da una pianta chiamata appunto brugo ma soprattutto da un habitat piuttosto raro in Italia, popolato soprattutto da uccelli e insetti. Il VIA richiama Anama a condividere le proprie considerazioni. 

Il problema, come spiega il presidente di Anama, Alessandro Albertini, è che un'espansione limitata agli attuali spazi aeroportuali di Malpensa rende molto scarsa una pianificazione strategica per la logistica e in particolare per il settore cargo aereo. Di fatto, al momento, ora che c'è un VIA che stabilisce quanto espandere l'aeroporto, non è possibile allargare la struttura. Ma secondo Anama si potrebbe fare di più razionalizzando gli spazi esistenti, creando così più aree sfruttando quelle esistenti, e digitalizzando maggiormente le procedure di svincolo delle merci, così da velocizzare le operazioni di import-export. «Non vogliamo entrare nel merito del parere della commissione tecnica [del ministero dell'Ambiente] - spiega Albertini - perché non è questo il nostro compito. Il nostro ruolo di rappresentanza di settore ci impone, tuttavia, di segnalare che la battuta d'arresto allo sviluppo della cargo city, l'area dedicata alle merci nell'hub aeroportuale, dimostra una grave assenza di una visione sistemica della politica a supporto dello sviluppo del sistema logistico e del commercio internazionale». 

Secondo l'ultimo Fedespedi Economic Outlook Malpensa è il primo aeroporto cargo in Italia, concentrando oltre il 65 per cento del cargo nazionale ed è l'hub principale per il trasporto aereo nel Nord Italia. È stato realizzato da poco più di vent'anni e, secondo Anama, oggi risente fortemente di mancanza di spazio, determinando un vantaggio degli hub e dei sistemi logistici del Nord Europa. Oggi, infatti, oltre il 30 per cento della merce italiana via aerea parte o arriva in Italia tramite gli scali del Nord Europa. Questo contesto genera anche più traffico stradale, visto che più mezzi pesanti spostano merci dal Nord Europa verso l'Italia. L'Italia deve oltre il 30 per cento del suo PIL all'export e che per via aerea viaggia oltre il 25 per cento delle merci in valore per destinazioni Extra UE, sebbene rappresenti solo il 2 per cento in volume.

«Esistono altre strategie per supportare parzialmente la crescita del traffico cargo a Malpensa - prosegue Albertini – a partire dalla razionalizzazione degli spazi già oggi a disposizione e tramite il processo di digitalizzazione delle procedure per cui siamo al lavoro in stretta sinergia con il gestore aeroportuale SEA. Ma questi strumenti non potranno sopperire se non in parte all'impossibilità di ampliamento della Cargo City. Ci tengo a ricordare, infatti, che già a dicembre 2021 all'apice del boom dei traffici post pandemia, a Malpensa si sono registrati gravissimi problemi di congestionamento. Chiediamo quindi alla politica e alle istituzioni competenti di lavorare a un piano per supportare le strategie di crescita delle imprese italiane per esportare via aerea la nostra produzione con sistemi efficienti e sostenibili. Auspichiamo che il Piano Nazionale Aeroporti a cui stanno lavorando Enac e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti possa individuare soluzioni a questo problema. Anama è a disposizione per studiare soluzioni che quali rappresentanti della merce che viaggia via aerea potremmo suggerire. "È importante sapere che il trasporto aereo merci non può svilupparsi in aeroporti dedicati solo al cargo poiché molta parte dei carichi viaggia nelle ‘pance' degli aerei passeggeri e dunque occorre lavorare a strategie di crescita coordinate per il traffico cargo e il traffico passeggeri. Puntare su uno sviluppo differenziato tra Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Brescia può essere un percorso, sebbene frammentato. Oggi vediamo in Aeroporti di Roma (ADR) un interlocutore attento al cargo e questa disponibilità merita di essere approfondita in una riflessione a tutto tondo sul futuro del cargo aereo che oggi diventa doverosa».

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