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08 novembre 2024, Aggiornato alle 18,37
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Fondo Automotive e fiscalità, la proposta congiunta delle associazioni

Anfia, Anuasa, Federauto, Motus-E e Unrae si sono unite in un appello al governo per l'attivazione di un tavolo con i principali attori della filiera


Il Fondo Automotive va messo al riparo da pericolose distrazioni di risorse e avviare in tempi rapidi una revisione ormai improcrastinabile della fiscalità sulle auto aziendali. Lo affermano le associazioni dell'automotive Anfia, Anuasa, Federauto, Motus-E e Unrae, secondo le quali negli ultimi anni abbiamo assistito agli effetti di una politica incentivante che ha alimentato una grande incertezza, con il risultato che oggi il mercato auto italiano esprime una discrepanza in termini di mix di alimentazioni rispetto agli altri grandi Paesi europei, dove industria e consumatori beneficiano di una prospettiva ben definita sul funzionamento delle agevolazioni. In Italia, al contrario, la normativa sull'Ecobonus è stata modificata quattro volte dal 2020 ad oggi e troppo spesso si è assistito ad annunci a cui non è seguita una rapida attuazione delle misure, con i risultati che sono quelli osservati negli ultimi mesi.

In un'ottica di maggiore programmazione e chiarezza, mentre si attende ancora la revisione dello schema degli incentivi 2024, le associazioni evidenziano l'urgenza di calibrare le politiche incentivanti con una visione almeno di medio periodo, a beneficio di consumatori e industria. Una prima leva su cui poter agire è quella della fiscalità delle auto aziendali, per aggiornare un impianto normativo fermo addirittura agli anni '90. La proposta congiunta formulata dalle associazioni si concentra sulla revisione della fiscalità delle auto aziendali funzionale all'adozione delle nuove tecnologie volta a supportare le imprese nel processo di rinnovo del proprio parco auto e ad accompagnare la diffusione della mobilità sostenibile a zero e basse emissioni nel nostro Paese.

Un punto di particolare rilievo, inoltre, è che agendo sulle auto aziendali si alimenta anche lo sviluppo di un mercato dell'usato di qualità, in grado di avvicinare sempre più persone alle nuove tecnologie, contribuendo in modo significativo all'aggiornamento del parco circolante italiano. L'intervento riguarda le percentuali di deducibilità dei costi di acquisto, di leasing finanziario e di noleggio, riparametrate in incremento in funzione delle emissioni di CO2 e l'innalzamento dell'attuale costo massimo fiscalmente riconosciuto per ogni modalità di acquisizione. I costi della misura risultano estremamente contenuti rispetto ai grandi benefici che l'iniziativa avrebbe in termini di stimolo alla diffusione della mobilità a zero e basse emissioni e di premialità per imprese e lavoratori che sceglieranno queste tecnologie. 

In una fase cruciale per la filiera nazionale, le associazioni ribadiscono la necessità che le risorse del Fondo Automotive siano ripristinate per il 2025 e fino al 2030 vengano utilizzate esclusivamente per misure destinate al sostegno, alla transizione e allo sviluppo del settore Automotive. Le associazioni, infatti, ribadiscono che il fondo è un imprescindibile punto di partenza per le azioni da intraprendere nel breve e medio periodo al fine di mantenere l'Italia tra i grandi protagonisti del mondo automotive e di garantire la competitività di un settore al cuore dell'economia del Paese, con quasi 1,3 milioni di addetti complessivi tra industria e servizi.

Infine, alla luce dei molteplici dossier aperti che riguardano il comparto, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-E e Unrae si sono unite in un appello al governo, affinché venga attivato quanto prima un Tavolo con i principali attori della filiera e i ministeri di riferimento, Mase, Mef, Mimit e Mit, in grado di definire in tempi rapidi una riforma fiscale del settore e di affrontare con un approccio coordinato, multidisciplinare e pragmatico le principali sfide a cui è chiamata tutta la filiera automotive.
 

Tag: automotive