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03 ottobre 2024, Aggiornato alle 16,12
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Carenza marittimi, per Gavarone e d'Amico bisogna imbarcare gli extra-UE

Per i giovani di Confitarma sarebbe importante rimuovere tutte le attuali barriere, normative e operative, all'ingresso nel mercato del lavoro marittimo


Alcune riflessioni sulla complessa tematica della carenza dei marittimi italiani. Le propongono Giacomo Gavarone, presidente del gruppo tecnico "Risorse Umane e Relazioni Industriali" di Confitarma, e Salvatore d'Amico, presidente del gruppo tecnico "Education e Capitale Umano" e del gruppo Giovani Armatori di Confitarma. In sintesi, secondo entrambi bisognerebbe imbarcare personale extra-Ue per tamponare la grave carenza di offerta intra-Ue.

Innanzitutto, è importante ricordare che il gap fra domanda e offerta di lavoratori marittimi è un fenomeno strutturale di carattere mondiale da tempo denunciato da importanti Associazioni internazionali, quali il BIMCO. Secondo d'Amico si dovrebbero «rimuovere tutte le attuali barriere, normative e operative, all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro marittimo. Oltre all'agognata riforma del collocamento della gente di mare, compreso l'aggiornamento dei requisiti di accesso alle figure professionali, occorre sostenere economicamente i giovani che vogliono intraprendere le carriere del mare finanziando almeno in parte i corsi basic training necessari per imbarcare a bordo delle navi, sulla falsa riga di quanto si sta facendo con il "buono patente" per gli autotrasportatori».

E per risolvere l'emergenza estiva? Secondo Gavarone «non resta altra via che consentire temporaneamente alle compagnie di navigazione che dimostrano di aver effettuato, senza successo, le chiamate ai collocamenti della gente di mare, previo nulla osta delle organizzazioni sindacali, l'imbarco di quote di marittimi extra-europei sui traffici di cabotaggio. Per un'industria mobile come quella marittima la flessibilità è elemento indispensabile per garantire l'operatività delle navi».

In generale, «per fronteggiare tale problematica - continua d'Amico - l'armamento italiano da tempo sta investendo in maniera consistente nella formazione dei lavoratori marittimi. Ricordo che i vari ITS del Mare sono un'eccellenza nel panorama formativo nazionale in quanto, dopo il conseguimento del diploma, consentono tassi di occupabilità vicini al cento per cento. Per questo, l'attività degli ITS dovrebbe essere fortemente ampliata e, a tal fine, l'auspicio è che le importanti risorse economiche previste nel PNRR possano essere messe a disposizione degli ITS in tempi rapidi e con modalità efficaci per la realizzazione di nuovi corsi. Sottolineo – aggiunge Gavarone - che, rispetto al passato, grazie all'accordo sindacale per l'imbarco degli allievi del 2020, è notevolmente aumentato il numero di allievi ufficiali imbarcati sulle navi di bandiera italiana: ogni giorno a bordo delle navi armate dalle aziende associate a Confitarma sono mediamente imbarcati due allievi ufficiali. In occasione del prossimo rinnovo contrattuale, Confitarma non si sottrarrà alla discussione con le organizzazioni sindacali in merito all'incremento dell'indennità riconosciuta a tale figura, fermo restando che l'allievo, nel periodo in cui è a bordo, svolge attività di formazione e addestramento».

Le gravi difficoltà che la carenza di lavoratori marittimi sta creando per l'attuale stagione estiva interessano soprattutto i servizi di cabotaggio e in particolare l'operatività delle navi traghetto. «È bene sapere – conclude Gavarone - che degli oltre 1,100 marittimi di cui le compagnie di navigazione soffrono la carenza, circa mille non sono ufficiali ma marittimi abilitati di macchina, operai meccanici, motoristi, ottonai, elettricisti, marinai, fino ad arrivare a una quota molto consistente, oltre 500, di personale di camera, cioè camerieri, garzoni e piccoli di camera, e cucina, cuochi equipaggio e piccoli di cucina».